Prodotti biologici– Il progetto nasce nel 1987 da un’idea di un biologo americano, Gordon Sato, (di origini giapponesi), il primo progetto low cost al mondo volto a ridurre la povertà e il riscaldamento globale. The Manzanar Project porta il nome del più famoso campo di concentramento per nisei (cittadini americani di origini giapponesi), nel deserto della California, in cui Gordon Sato, ragazzino, era stato rinchiuso con la sua famiglia condannati senza avere commesso alcun crimine, però trattati come criminali, tutto per essere colpevoli di avere la pelle di un colore sbagliato. Proprio questa esperienza gli segnò la vita anche in modo positivo, visto che il suo progetto è stato fortemente segnato dagli anni passati nel campo. Da circa trent’anni Gordon pianta mangrovie in Eritrea, uno dei paesi più poveri della Terra a causa del clima desertico che rende quasi impossibile praticare un’agricoltura di sussistenza. Da quando è partito il progetto ad oggi sono state piantate circa 800.000 mangrovie. La presenza delle mangrovie ha permesso la proliferazione di molti pesci rendendo praticabile la pesca e gli scarti del pesce, infatti, assieme ai semi e alle foglie di mangrovia, costituiscono mangime per capre, cammelli e pecore. Tutto il pescato in eccedenza oggi viene venduto, generando un guadagno in termini monetari per le famiglie del villaggio. Il dr. Gordon Sato ha impegnato il suo personale patrimonio ottenuto attraverso le sue invenzioni nel campo della medicina per trasformare tratti di spiaggia, nel passato aridi, sabbiosi e limacciosi, in una giungla verde smeraldo (circa 6 metri), usando acqua salmastra. Esattamente, l’acqua di mare può venire usata per il rimboschimento di aride linee costiere, può essere perfino pompata all’interno ed usata per far verdeggiare il deserto.
Il progetto prevedeva innanzitutto la fertilizzazione manuale dell’entroterra, tramite semplici contenitori a rilascio graduale (per evitare l’inquinamento delle acque circostanti) forniti di due piccolo ugelli per consentire una graduale cessione del fertilizzante. Il contenitore viene affondato sotto la sabbia cosicché le mangrovie potessero svilupparsi, trasformando una costa desolata, infertile e sabbiosa in un miracolo verde di un estuario di vita marina e di una foresta alta fino a 6 metri!
La mangrovia, vilipesa come fonte di acquitrini fetidi, che producono malattie e insetti, costituisce la chiave della lotta alla siccità, alla desertificazione dei litorali, all’erosione delle coste e della risoluzione di un gran numero di altri problemi a cui sono sottoposti gli oceani del mondo. Le mangrovie ordinariamente crescono solo dove si trovano in abbondanza elementi nutritivi come l’azoto e il fosforo non presenti nell’acqua di mare. Nel corso di migliaia di anni, con la desertificazione di molte delle coste dell’Africa e del Sud-Est asiatico, floride foreste di mangrovie sono andate scomparendo e, ad oggi, si possono trovare solo in pochi siti isolati.
Il progetto, ha ottenuto due riconoscimenti a livello mondiale (Rolex Award For Enterprise nel 2002 e Blue Planet Prize nel 2005) ed è stato citato sulla stampa internazionale, anche se soprattutto di settore (Québec Science, National Geographic), ma in realtà continua ad essere quasi interamente finanziato di tasca propria da Gordon Sato.
L’obiettivo finale prevede di creare piantagioni di mangrovie nel deserto del Sahara, da irrigare con acqua dell’Oceano Atlantico, diventando nuovo cibo per gli animali della zona.
Ancora una volta ci ha sorpreso la genialità e la capacità organizzativa di chi dalle piccole cose riesce a salvare le sorti di interi paesi. Leggi anche l’articolo di Sawadogo l’uomo che sfidò il deserto.
Gordon Sato- The Manzanar Project
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